Frutteto di Cornaredo

Il frutteto di Cornaredo: un’area ricreativa tutta da gustare

Nel 2017 nell’area antistante la masseria di Cornaredo ha visto la luce un parco pubblico molto particolare, si tratta infatti di un frutteto didattico. Promotori del progetto sono stati la città di Lugano, settore verde pubblico, il gruppo di lavoro ProFrutteti[1] e l’alberoteca , in collaborazione con Alleanza Territorio e Biodiversità e il sostegno della Fondazione Blue Planet Virginia Böger X.X.. Il luogo scelto è simbolico in quanto la Masseria di Cornaredo, le cui prime documentazioni risalgono al 1351, è uno degli ultimi edifici rurali situati all’interno del perimetro della città. Realizzarvi quindi accanto un frutteto con antiche varietà ha permesso sia di rispettarne e rivalorizzarne la storia sia di creare un luogo di aggregazione che unisce il piacere di stare nel verde con la valorizzazione e la conoscenza della preziosa biodiversità del nostro territorio. Proprio a favore della biodiversità, si segnala che il parco è gestito secondo i principi della Charta dei giardini.

Nel corso del mese di aprile 2017, grazie alla collaborazione dei bambini della scuola elementare di Molino Nuovo, sono stati piantati 60 alberelli di dieci specie frutticole differenti, tra le quali: pruni, meli, noci, ciliegi, peschi, peri e, naturalmente, cornioli, in ricordo dell'albero che, storicamente, ha dato il nome al quartiere di Cornaredo.

Le curiosità da scoprire

Le specie e le varietà messe a dimora sono state individuate basandosi su criteri quali l’origine, la tradizione e la particolarità.

Le varietà locali

Come varietà locali sono stati piantati ad esempio alberi di mela pom rossin e verdesa e la varietà di pero denominata per rügin.

Il nome pom rossin è dato dal colore rosso intenso della buccia che, a piena maturazione, si estende all’interno della polpa, conferendole una caratteristica colorazione rosata. Si tratta di una varietà tipica della Capriasca, presente anche in altre regioni del Sottoceneri (Luganese, Val Colla, Valle del Vedeggio e Val Mara). Per molti è la “mela dell’infanzia”. Di recente è entrata nell'Arca del gusto di Slow Food.

La verdesa è invece una varietà locale di melo del Locarnese, recuperata dal vivaista Marco Regazzi da una pianta madre scoperta a Brione sopra Minusio. Il suo nome è dato dal colore della buccia. Questa pianta è diffusa anche nel Gambarogno, dove è conosciuta con l’appellativo dezig. Dalle analisi genetiche, condotte la varietà risulta un unicum in Svizzera.

Il pero denominato per rügin è una varietà ruggine, anch’essa di origine locale, recuperata nel Locarnese, a Brione sopra Minusio, dal vivaista Marco Regazzi. La pianta madre è ormai deceduta, una sua “copia” è presente a Cavigliano.

La tradizione

Tra le varietà più conosciute non potevano mancare la mela bella di bosco e la pera spadoncina.

La bella di bosco è una varietà di mela olandese presente in quasi tutte le pomologie[3] sia antiche che moderne. Con il passare del tempo, infatti, non è passata di moda. Questa mela è tutt’oggi coltivata a scopi commerciali in molti Paesi europei, Svizzera compresa.

La pera spadoncina è invece un’antica varietà italiana, diffusa soprattutto nelle regioni meridionali e in particolare in Campania, ma anche nel Cuneese. Il nome indicherebbe cultivar[4] talvolta differenti fra loro e aventi in comune soltanto l’epoca di maturazione relativamente precoce.

Le rarità

Il frutteto nasconde inoltre delle vere e proprie curiosità quali il melo dell’antica varietà francese, già citata nel settecento, Calvilla rossa d'autunno dalla polpa venata di rosso e il biricoccolo, un ibrido naturale tra il prugno e l'albicocco. Coltivato in Cina e Asia centro-meridionale, è presente in Europa già dal Settecento.

Un luogo di incontro

Dalla sua nascita, il frutteto è già diventato un luogo d’incontro e di apprendimento. Diverse classi delle scuole comunali lo hanno visitano e sono già stati organizzati corsi di potatura degli alberi da frutto.

Il martedì 22 maggio 2018, in occasione dell’avvio della terza edizione del Festival della Natura, il frutteto è stato inaugurato ufficialmente con una serie di attività e consegnato alla popolazione. Un’occasione unica per scoprire questo angolo insolito nel centro cittadino.

Varietà coltivate a Cornaredo:

Corniolo (Cornus mas
- corniolo rosso

Noce (Juglans regia
- noce Lara/Pier Mario

Melo (Malus domestica)
- bella di bosco
- mela campana
- melo calvilla rossa d'autunno
- melo calvilla di Danzica
- pom rossin
- porgnec
- renetta Champagne
- renetta grigia del Tirolo
- rosa di Berna
- sant'Anna rossa
- verdesa

Pero (Pyrus domestica)
- abate Fetel
- conference
- Keiser Alexander
- moscatellino
- per büter
- per rügin
- pero de Sant'Ana
- spadoncina

Ciliegio (Prunus avium)
- bigarreau burlat
- bigarreau merchant
- bigarreau moreau
- ciliegio di San Pietro
- graffione rosa
- noir de meched

Prugno (Prunus domestica)
- damaschina gialla
- mirabelle de Nancy
- regina Claudia d'Athan
- regina Claudia verde

Amarena (Prunus ceranus)
- amarena reale

Mirabolano (Prunus cerasifera)
- mirabolano

Pesco (Prunus persica)
- precoce bianca
- precoce tardiva

Biricoccolo (Prunus x dasycarpa)
- biricoccolo



[1] Dal 2006 ProFrutteti si impegna nel recupero e nella conservazione delle antiche varietà fruttifere locali, mele e pere in particolare. Sino a oggi sono all’incirca 200 le varietà recuperate, molte delle quali sono già state studiate e descritte sia dal profilo morfologico e organolettico, sia da quello genetico. Per maggiori informazioni: www.profrutteti.ch

genetico.

[3] antologie dedicate alla frutta

[4] nome con cui vengono indicate le varietà agrarie di piante coltivate