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GLI ALBERI A TENERO-CONTRA

Un interessante articolo di Roberto Buffi, ingegnere forestale con dottorato sc. nat. ETHZ

L’importanza di un buon numero di alberi è almeno quella di una rete idrica o di un servizio raccolta rifiuti. Esagerato? Vedremo. Dati alla mano l’albero accoglie un numero notevolissimo di animali e vegetali, perlopiù minuti, per cui è difficile percepirne la presenza, ad esempio di licheni, coleotteri, funghi, alghe, uccelli, molluschi, per non parlare della fauna a livello delle radici. Possono essere centinaia di specie, per un solo albero o gruppo di alberi. Si parla di biodiversità, che è in terribile diminuzione. Teniamo presente: la biodiversità è un pilastro, se viene meno, crolla tutto. Della distruzione del clima cominciamo lentamente a renderci conto, perché ha iniziato a colpirci sui denti, invece dell’annientamento di piante e animali non ancora. La biodiversità in politica si trova in serie B e rischia la C. L’importanza degli alberi si estende alla salubrità dell’aria, in quanto, per esempio, filtrano le pericolose polveri fini. Il clima si è riscaldato, il caldo urla e continuerà a farlo. Il problema delle estati torride si farà acuto, con ripercussioni sul benessere e la salute. Vale anche per Tenero-Contra, comune ben esposto al sole. Un solo albero giornalmente immette nell’aria sorprendenti volumi d’acqua, con corrispettivo effetto rinfrescante sui dintorni. L’ombra degli alberi sarà sempre più ricercata. L’ombra giusta nel luogo giusto, è quanto s’impone, la leggera ombra di una betulla, l’ombra fredda del frassino, quella densa di un faggio o ippocastano. E la bellezza degli alberi, il piacere che ci procurano? Con la loro infinta varietà di forme e colori, la loro individualità e potenza, gli alberi sono semplicemente belli. Al loro cospetto percepiamo tuttavia che c’è più che solo bellezza; c’è dell’altro, una realtà non afferrabile intellettualmente. Sono rivelatori soprattutto i grandi alberi, i soggetti molto vecchi. Fare a meno di tutto ciò? Un’illusione, presto o tardi l’anima si ribella e saranno guai grossi. Spero che a nessuno venga in mente che tutto ciò sia accademia, o che riguardi gli altri e non Tenero-Contra con la sua gente. IL NOSTRO PATRIMONIO ARBOREO In difetto di un inventario si rimane giocoforza sulle grandi linee. Distinguiamo il piano dalla fascia collinare. Sul piano è assodato l’alto valore della fascia boscata lungo la Verzasca, in cui crescono, in particolare, non poche notevoli querce. Per il resto, fuori area forestale, è dato il patrimonio arboreo dei giardini, costituito prevalentemente da specie esotiche, che possono piacere, ma sono poco idonee a sostenere la biodiversità. Risaltano le molte palme, a mio modo di vedere troppe; ricordiamoci che la palma (parliamo della palma di Fortune) è inserita nella Lista nera delle piante invasive. Molti pure i pini esotici (Pinus sp.), del tipo “a ombrello”. Non che gli alberi esotici vadano esclusi, semplicemente ridimensionati rispetto agli indigeni. Non pochi alberi soffriranno le condizioni estive di caldo secco che sempre più caratterizzeranno la zona. Vale soprattutto per gli aceri, in particolare l’acero riccio (è di moda quello dalla colorazione fogliare rossa), albero bello, amante del fresco, e pertanto presto o tardi destinato, nelle condizioni date, ad andare in crisi. Ci vuole l’albero giusto al posto giusto, non l’albero che il giardiniere tiene in vivaio e vuole vendere. Le estati sempre più torride per via della distruzione del clima suggeriscono misure atte a migliorare gli effetti mitiganti della vegetazione. L’ombra degli alberi assume sempre più importanza, come già detto. Ci vuole un piano d’azione comunale per fronteggiare per quanto possibile il caldo estivo, sulla linea di altri comuni, con una revisione perlomeno parziale del Piano regolatore comunale. Uno dei molti esempi cui ispirarsi è quello di Sion (www.sion.ch/acclimatasion). Il patrimonio di alberi presente può costituire una buona base di partenza, premessa una collaborazione con i proprietari. Si hanno dunque tre settori a cui è necessario prestare molta attenzione: quello della biodiversità, quello degli effetti del clima che si deteriora e quello di tenere bello il Comune. Cosa dire in sintesi? Più alberi, più cespugli! Una necessaria densificazione dell’area edificata pone problemi di tutela del verde. Vi sono esempi fuori canone a cui ispirarsi. Interessanti sono in quest’ottica le pareti e i tetti verdi, che un piano regolatore all’altezza dei tempi dovrebbe prescrivere. Purtroppo i quartieri sorti a Tenero negli ultimi anni sono molto poveri, ripetono modelli di gestione del verde vecchi e sorpassati. Vediamo come molti spazi verdi ancora oggi sono gestiti secondo il classico modulo del giardino “ordinato e pulito”, in cui “ogni filo d’erba è al suo posto”; oltre che esteticamente freddi, come natura sono un deserto. Una bella occasione di promozione del verde arboreo si presenta in relazione all’ampliamento delle Scuole comunali. Vedremo quanto si saprà fare. In collina le considerazioni sono sostanzialmente le medesime. Preziose sono le fasce di alberi lungo i corsi d’acqua, soprattutto il Riale di Contra, con l’osservazione di una preoccupante espansione delle neofite invasive, che l’Ente pubblico dovrebbe riuscire ad arginare. I giardini ospitano qua e là alberi notevoli, buon punto di partenza per una riqualifica in un’ottica di biodiversità e parziale adattamento all’aumento delle temperature. Nei vigneti qua e là ci sarebbe posto per un albero, perlomeno di seconda grandezza, compatibilmente con le esigenze della viticoltura. UN INVENTARIO DEGLI ALBERI PROTETTI Da quanto detto consegue la necessità di conoscere meglio il patrimonio arboreo comunale, e di tutelarlo. Ci vuole un inventario degli alberi protetti, da tempo realizzato in molti comuni anche del Locarnese. L’inventario dovrebbe considerare unicamente soggetti di notevole importanza, per statura, valore paesaggistico e interesse pubblico. Gli alberi registrati non godrebbero di una tutela assoluta e non sarebbero sottratti ai proprietari. Un loro abbattimento o intervento di potatura sarebbe vincolato a un’autorizzazione comunale, rilasciata previo parere di un consulente riconosciuto. Vorremmo sollecitare il Municipio a voler avviare i necessari passi. Non c’è che da seguire l’esempio di altri comuni, non vi è da fare nulla di stratosferico. L’allestimento di un inventario degli alberi protetti deve dare avvio a una politica diretta alla cooperazione con il cittadino e soprattutto con i proprietari. Ci vuole consulenza e informazione. CURA DEGLI ALBERI Gli alberi vanno lasciati per quanto possibile in pace. Se per ragioni di sicurezza o di spazio s’impone una potatura, allora si proceda a una vera potatura, non a una capitozzatura. Non devono in linea di massima essere tagliati rami superiori a 10 centimetri di diametro, e sempre e unicamente nel periodo invernale. Le potature rispettino l’individualità dei soggetti, devono essere eseguite da arboricoltori formati. Potature e relativi oneri possono essere evitati con alberi e arbusti dalle dimensioni adatte al luogo specifico. Vi sono tante specie a dimensioni limitate, idoneedove lo spazio è poco. Quindi l’albero o arbusto giusto al posto giusto. All’interno dell’edificato va ovviamente prestata molta attenzione alla stabilità degli alberi, e qui bisogna pur anche dire che nel Comune vi sono alberi pericolosi che dovrebbero essere abbattuti. Gli alberi e la fauna che ci vive patiscono la luce notturna. Si parla di inquinamento luminoso. Troppe le fonti luminose che insidiano la notte, con conseguenze tangibili per piante, animali e l’uomo stesso. L’oscurità è un fattore ecologico di prim’ordine. L’attività di molti esseri viventi è regolata dalla luminosità ambientale, la cui alterazione disturba i ritmi di attività e di riposo, e non solo. Il problema è ancora sottovalutato. Si rende necessario un regolamento comunale, alla stregua di quanto fatto da più comuni (si veda www.ti.ch/troppaluce , in particolare le Linee guida cantonali per la prevenzione dell’inquinamento luminoso). Per la piantagione di nuovi soggetti è fondamentale uno spazio libero di almeno sei metri quadrati in cui la terra non sia coperta. Se del caso si possono posare delle griglie a parziale copertura dell’area di piantagione. In ogni caso il soggetto va protetto con cerchi anti spinta o simili, specialmente nei parcheggi. Un problemaccio sono gli scavi ravvicinati; ferire o addirittura asportare radici è grave. A favore degli alberi del Comune sono necessari un miglior bagaglio di conoscenze tecniche e un maggior sforzo di empatia. Il terreno è favorevole, una vasta fetta della popolazione apprezza pur sempre il valore degli alberi.