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Proteggere i fiumi globali è la chiave per difendere la biodiversità

Soli il 17% dei corsi d’acqua dolce in tutto il mondo è sia senza barriere che ne ostruiscono il corso in qualche punto, sia all’interno di un’area soggetta a una forma di tutela ambientale. 15 studi promossi dalla Durable River Protection Coalition spiegano perché sono importanti per la biodiversità

Rinnovabili.it - I corsi d’acqua dolce sono tra gli ecosistemi più a rischio: manca protezione adeguata visto il ruolo a tutela della biodiversità che ricoprono. Solo il 17% dei fiumi globali, infatti, è sia senza barriere che ostruiscano il suo corso, sia in un’area a cui è garantita una qualche forma di protezione ambientale.
“Le popolazioni di specie di acqua dolce sono già diminuite in media dell’84% dal 1970, con il degrado dei fiumi una delle principali cause di questo declino. Come fonte di cibo fondamentale per centinaia di milioni di persone, dobbiamo invertire questa tendenza”, spiega Ian Harrison della Northern Arizona University, che ha curato un numero monografico della rivista scientifica Sustainability dedicato allo stato di conservazione dei fiumi globali.

Il lavoro comprende 15 ricerche ed è portato avanti da alcune università insieme al WWF e ad altre ong ecologiste, riunite nella Durable River Protection Coalition. L’obiettivo? Stabilire le priorità e i metodi migliori per la tutela dei corsi d’acqua dolce, offrendo una panoramica dettagliata e scientificamente solida ai decisori politici che, il prossimo ottobre, fisseranno nuovi obiettivi di tutela della biodiversità alla COP15 di Kunming, in Cina.

“Questi ecosistemi sono tra i meno studiati e meno protetti al mondo e sono a rischio di ulteriori gravi alterazioni e degrado a causa di una serie di minacce, tra cui la costruzione di dighe situate in luoghi non ottimali, la pesca eccessiva, l’eccessiva estrazione di acqua e l’inquinamento”, ha detto Danielle Perry della Durable River Protection Coalition. “Questa collezione di studi unica nel suo genere risponde alle crescenti richieste di proteggere i fiumi come corridoi in un clima che cambia e per l’importante ruolo che svolgono nel fornire servizi ecosistemici e mezzi di sussistenza in tutto il mondo”.
I ricercatori chiedono alla politica più protezione per i fiumi globali privi di barriere, integrandoli nelle strategie di gestione dei bacini idrografici. Una sistemazione più strutturale e integrata con uno sviluppo umano sostenibile, quindi. Gli studi sottolineano in particolare la necessità di tutelare la capacità di questi corsi d’acqua di sostenere le specie di pesci migratori e di fornire i sedimenti necessari per mantenere la qualità dei terreni agricoli presso i delta dei fiumi. Ecosistemi da cui dipendono circa 500 milioni di persone in tutto il mondo.

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