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Gli alberi rari che ospitano animali e fiori, alcuni altrettanto rari

Sulle pendici del San Giorgio, in località Premoran, è stata valorizzata una selva di cerri - I grossi alberi simili alla quercia creano l’habitat ideale per determinate specie di animali, fiori ed erbe - Alcune crescono solo in quell’area

CdT.ch - La natura - la sua salvaguardia e valorizzazione - può far nascere alleanze inusuali. Ne è un esempio perfetto quella stretta, anche, da WWF Svizzera e Società dei cacciatori del Mendrisiotto (SCM), che oggi ha presentato i suoi frutti a Meride.

Il progetto che è in fase di ultimazione è quello per la valorizzazione della cerreta di Premoran, che si trova lungo la strada che da Meride porta al Serpiano, poco dopo la località Fontana. I cerri sono una specie di quercia, grossi alberi presenti in Ticino solo in rare circoscritte, soprattutto nel Sottoceneri. Una di queste zone si trova appunto a Meride e qualche anno fa il forestale di zona Sanzio Guidali, ha proposto al Cantone di prendersene cura e valorizzarla. La sua idea ha portato all’inaugurazione di un comparto di bosco luminoso di circa 2 ettari, una selva di cerri dal valore storico-culturale, agricolo, venatorio ed ecologico. Quindi «preservando e valorizzando i cerri, creando una sorta di zona di passaggio tra la campagna di Meride e il bosco, creando l’ambiente ideale per specie rare - come la Filipendula vulgaris, una specie erbacea che in Ticino si trova unicamente nella regione del San Giorgio», ha spiegato Lorenzo Schmid, della ditta Oikos, che è il responsabile del progetto. Ma il disegno permette anche di creare una zona di sosta per la selvaggina e l’habitat ideale per alcune specie di uccelli, insetti xilofagi e mammiferi onnivori.

La realizzazione della cerreta ha avuto un costo di circa 90.000 franchi. Gli interventi principali realizzati sono l’abbattimento di alberi «concorrenti» dei cerri (che prediligono ambienti aperti), la fresatura delle principali ceppaie per consentire anche l’uso agricolo dell’area e la piantumazione di cerri giovani per dare continuità alla selva.

Il progetto, come anticipato, ha coinvolto diversi attori: la SCM (committente), il Comune di Mendrisio, il Canton Ticino, WWF Svizzera, lo studio Oikos e la Fondazione Doninelli.

Il puzzle del Poncione d’Arzo

Questo è tuttavia solo un tassello di un disegno più ampio, che si compone di 5 tappe: il progetto «Valorizzazione habitat Poncione d’Arzo». «Finora sono state realizzate due delle cinque fasi - ha spiegato con orgoglio il presidente della SCM Diego Allio -, la prossima tappa inizierà in autunno e riguarda il Gerun da Merat, un prato secco d’importanza nazionale di circa 4 ettari». Una zona dove si può trovare anche un raro gladiolo.

Qui potete leggere l'articolo originale del Corriere del Ticino.